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“Una medaglia per Luz Long”: il documentario di Domenico Occhipinti dedicato all’atleta olimpionico tedesco
Il giornalista Domenico Occhipinti ha realizzato un documentario indipendente dedicato a Carl Ludwig Long, detto Luz Long .
L’atleta tedesco, vincitore della medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Berlino del 1936 nel salto in lungo, viene ricordato per il suo gesto sportivo. Prima della gara dava dei consigli al suo rivale statunitense, Jesse Owens, che poi lo batté vincendo la medaglia d’argento.
Luz Long fu poi militare dell’esercito tedesco e, durante lo sbarco del 1943, era di stanza a Biscari, l’odierna Acate in difesa di quello che era l’aeroporto militare che sorgeva nella zona tra Niscemi e Biscari. Durante i giorni cruenti dello sbarco venne ferito e morì probabilmente a causa delle ferite riportate. Aveva solo 30 anni. Di lui rimane la celebre lettera scritta all’amico e rivale Jesse Owens, a cui chiedeva di andare dal figlio e di parlargli di lui. Owens lo fece e rimase vicini al figlio anche negli anni successivi.
Ma cosa accadde nelle Olimpiadi del 1936 ?
Domenico Occhipinti lo racconta nel suo documentario.
“Un passo in meno nella rincorsa”, questo fu il suggerimento che Luz Long diede a Jesse Owens, in nome della sportività e del prestigio di competere anche in finale col mito americano sulla pedana del salto in lungo alle Olimpiadi di Berlino del 1936. La sconfitta, l’abbraccio, la corrispondenza mai interrotta, neppure dal campo di battaglia dove Long fu spedito. In Sicilia, il 14 luglio del 1943, Carl Ludwig Hermann Long detto “Luz” trovò la morte durante l’Operazione Husky. Oggi riposa nel Sacrario Militare Germanico di Motta S. Anastasia (Ct) ma la sua storia attraversa il novecento e ci giunge forte e indispensabile.
Il giornalista Domenico Occhipinti, con Guglielmo Distefano, a ottant’anni dalla morte di Long, ha deciso di raccontare questa storia ispirato da due avvenimenti: “Mi ha colpito molto la messa all’asta della medaglia d’argento, battuta nell’ottobre del 2022 alla cifra record di oltre 488 mila dollari e che, dunque, non appartiene più né alla sua famiglia né alla collettività. C’era la voglia di dedicare il mio secondo documentario a mio padre, che mi ha trasmesso passione per lo sport, i suoi sani principi e quel modo di guardare il mondo, fondamentale, per raccontare una storia così grande”.
Spinto da questi sentimenti Occhipinti ha scelto di affidare la narrazione storico-sportiva al giornalista e performer teatrale Federico Buffa, mentre per gli eventi bellici dell’Operazione Husky ha chiesto il contributo del documentarista e storico Ezio Costanzo. “Ho scelto le figure, secondo me, più autorevoli e in grado di trasmettere passione e profondità ai giovani, spero tanti, che vedranno questo documentario nel quale sono anche protagonista di una consegna simbolica quanto emozionante”. L’emozione è stata il filo conduttore di questi 6 mesi di lavorazione. Mi basta ripensare ai luoghi che ho visitato per ripercorrere le tappe cruciali di questa storia: l’Olympiastadion di Berlino, il Villaggio Olimpico di Elstal, le campagne nei dintorni di Gela dove si svolsero i combattimenti fra cui quello fatale a Long e infine il Sacrario Militare Germanico di Motta S. Anastasia”.
La produzione di questo documentario indipendente è tutta di Domenico Occhipinti, che ne è anche autore e regista, e di Guglielmo Distefano che ha curato le riprese in Sicilia, la fotografia e il montaggio. “Ringrazio chi, percependo la mera passione e la voglia di creare un contenuto a scopo divulgativo, ha aderito a questo progetto con entusiasmo – dice Occhipinti – e mi riferisco ai due narratori del documentario, Federico Buffa ed Ezio Costanzo. Non posso dimenticare Anna Balistrieri per le immagini in Germania e LMC Vision di Torino per l’intervista a Buffa. Salvatore Fazzino di Sygla, il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge e. V., associazione che gestisce i cimiteri di guerra tedeschi e Vito Paolo Marullo, amministratore del Sacrario Militare Germanico di Motta S. Anastasia, infine La Fondazione Oelle. “Una medaglia per Luz Long è un documentario che si rivolge soprattutto alle nuove generazioni e che spero sia utile a incuriosire chi lo guarderà, spingendolo ad approfondire e fare sua questa storia – conclude Occhipinti – consapevole del fatto che spesso, ogni luogo, nasconde storie che possono dare un senso diverso al proprio sentire e arricchire culturalmente e umanamente. Auguro a tutti di imbattersi in una bella storia e avere la gioia di immergervisi e raccontarla”. Il trailer anticipa di poco l’uscita, ormai prossima, del documentario.