Le Troiane, a Catania la danza selvaggia di 60 giovani attori di Spedalieri e Boggio Lera

Un premio Nobel a Enna: i giovani attori del Lincoln portano in scena l’opera di Saramago
Una festa di danza e di colori. Un inno all’infanzia. Per due sere sono tornati bambini, i giovani attori dell’Istituto di istruzione superiore Abramo Lincoln di Enna, nella sala sempre piena del Teatro Garibaldi che li ha ospitati per “Concrete utopie”, opera tratta dal racconto “Il più grande fiore del mondo” del premio Nobel per la letteratura José Saramago.
A guidarli nella nuova esperienza dei laboratori dell’associazione culturale Nèon Teatro è stata la regista Monica Felloni, che per loro ha immaginato un universo in cui i corpi si liberano e si annodano tra luci e penombre, seguendo il racconto di un ragazzino che si prende cura di un fiore appassito fino a farlo diventare il più grande del mondo.
“Li abbiamo messi di fronte alla domanda del bambino ‘Vado o non vado?’ – dice la regista, affiancata nel lavoro di mesi da Piero Ristagno e Manuela Partanni -: è stato un quesito importante per farli riflettere su se stessi all’interno dello spettacolo, lavorando sul dubbio, sulla scelta”. Sul palco erano diciannove (responsabile del progetto il professor Paolo Patrinicola), a lungo applauditi da un pubblico in totale empatia con la gioia che i giovani attori emanavano: Mattia Accaria, Flavia Corazziere, Cateno Farace, Davide Ilardo, Paola Iudicelli, Natale Laguidara, Fabiana Mancia, Claudia Marcello, Marika Marotta, Giulia Merlo, Stefano Milazzo, Sofia Napoli, Angelo Orlando, Giuseppe Orlando, Giorgia Savoca, Marianna Scamarda, Luciano Serpotta, Alicya Serravalle, Gabriele Soldani.
foto di Luca Di Prato