La rassegna “SeminArte” a Catania. Si comincia con “Marcovaldo -Funghi in città”
Renato Caruso: “La musica? Un mistero! Alchimia tra note e ritmo. Vi presento il “Fujabocla”
1. Come hai applicato il concetto di relativismo musicale nell’album “Thanks Galilei”? Puoi spiegarci come la percezione della musica cambia a seconda dell’orario in cui viene eseguita o ascoltata?
Cos’è la musica? Cos’è il tempo? Esiste correlazione? La musica è da sempre un mistero, forse alchimia tra note, ritmo e qualche ingrediente che ancora non conosciamo. Eppure di una cosa sono certo: l’emozione percepita dall’ascolto di un brano varia dal momento in cui l’ascolti. Questo è l’ulteriore lato affascinante dell’arte e cioè il momento, l’istante, il tempo in cui si ascolta un brano musicale o si osserva un quadro. Proviamo a spostare la nostra visione del mondo musicale dalle note al momento (tempo) in cui si ascolta una canzone. Perché bisogna andare ad un concerto di sera e non alle nove del mattino o in pausa pranzo? Introduciamo una nuova variabile nella musica, il tempo, ma non inteso come ritmo, ma l’esatto momento della giornata in cui si fa musica.
Galileo Galilei parlava di relativismo in quanto il movimento dipende dall’osservatore, per me la musica dipende dall’ascoltatore: relativismo musicale. E non a caso Vincenzo, padre di Galileo fu un vero e proprio rivoluzionario della musica, forse la scienza è figlia della musica?
Vedi anche l’impressionismo, i pittori dipingevano a seconda dei momenti della giornata. Ecco che un quadro poteva avere più interpretazioni, sempre lo stesso quadro. E perché non fare la stessa cosa con la musica? Perché non possono esistere diverse interpretazioni di un brano musicale a seconda dell’istante in cui lo si è suonato? Una nuova teoria della relatività della musica potrebbe funzionare. Un cd potrebbe contenere 10 tracce uguali ma suonate in momenti diversi durante l’arco di una giornata oppure tracce simili ma divise in generi diversi, proprio come fecero i cubisti. Ogni genere è un’interpretazione (che era il mio vecchio concetto di FuJaBoCla del 2007). E’ come se immergessimo la relatività di Einstein e l’impressionismo/cubismo nella musica, in fondo Albert pensava in musica… Ironicamente, è come unire in un’equazione la musica mettendola in relazione all’armonia, melodia, ritmo e il tempo: M = (a+m+r) * t. E’ il tempo, l’emozione, che decide la musica non la musica in sé.
2. Puoi descrivere il genere musicale “Fujabocla” che hai inventato e mescola vari stili musicali? Quali sono le influenze principali di questo genere e come lo hai sviluppato?
In breve FuJaBoCla è l’acronimo di Funk, Jazz, Bossa, Classico.Questi rappresentano le diverse influenze culturali musicali del mondo. Ne mancano sicuramente altre come il Rock, il Pop, che non tratto in quanto suonare FuJaBoCla porta ad un Pop contaminato e, se vogliamo, anche Rock. Partendo dall’Europa si arriva in America settentrionale e latina
Credo che il mondo sia dominato da idee di vario colore, ormai fuori casa si trova cultura cinese, pakistana, indiana, giapponese, marocchina, brasiliana e così cambia anche il nostro modo di agire, di pensare, di interpretare. Anche le nostre abitudini primarie sono cambiate, non molto tempo fa avevi la scelta di vari ristoranti italiani e pizza, ora tutto è cambiato, è diverso, trovi cucina giapponese, cinese, marocchina, indiana, greca e tutto quello che vuoi.
Tutto ciò sta portando ad un cambiamento, spesso inconsapevole, del nostro pensiero.
È quello che succede nella musica di oggi, si arriva ad un traguardo che è la poliedricità del ritmo, della melodia, dell’arte musicale in generale.
FuJaBoCla ha una buona base classica, credo che nel principio delle cose si ha sempre una buona dose di cultura classica, così come Einstein ad un certo punto della vita si mise a studiare la matematica classica per capirne segreti ed errori, anche io mi sono proposto di mettere una buona dose di mu- sica classica nel mondo della musica.
Qui spiego FuJaBoCla, un po’ vecchio il video e fatto male ma rende…
Qui la tesi con il concetto di FuJaBoCla.
3. Nel corso della tua carriera, hai suonato con diversi artisti. Puoi condividere un’esperienza particolarmente significativa o un momento memorabile che hai vissuto durante una di queste collaborazioni musicali?
Ron, perché ho lavorato con lui 5 anni nella sua accademia, una città per cantare, come docente. Sicuramente la professionalità. Quando lavori con artisti di grande calibro ti rimane il modo di lavorare, la serietà nell’affrontare un concerto ma anche altro. Le altre esperienze che ti vengono trasmesse e poi la grande umiltà di tanti artisti.