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“Piero Guccione. Dolore e meraviglia”, il successo della mostra a Linguaglossa
Centinaia di visitatori a Linguaglossa (Ct) per il primo weekend de “Piero Guccione. Dolore e meraviglia” mostra inaugurata sabato al Museo Regionale Francesco Messina – Salvatore Incorpora e visitabile tutti i giorni fino al 31 marzo 2024. Orario 9.30-18. Chiusi il 25 dicembre. Ingresso libero.
Una piccola e raffinatissima selezione di opere – 24 tra oli, tecniche miste e pastelli – realizzate dal maestro di Scicli tra il 1975 e il 2008 e che hanno conquistato il primo, consistente, drappello di visitatori fra i quali alcuni collezionisti e ammiratori di Guccione.
Alla cerimonia inaugurale, insieme con la Soprintendente di Catania, architetto Donatella Aprile, hanno preso parte il sindaco Luca Stagnitta; la figlia dell’artista, Paola Guccione; Carmela Cappa, storica dell’arte della Soprintendenza che ha curato il progetto con la collega Lorenza Lo Giudice; Franco La Fico Guzzo, dirigente della Soprintendenza (Beni Architettonici); padre Orazio Barbarino, arciprete di Linguaglossa; e Paolo Nifosì, storico dell’arte e profondo conoscitore dell’opera di Guccione che ha affascinato il pubblico del vernissage con un dotto excursus sull’opera di Piero e sulla fondamentale importanza dell’azzurro, colore centrale della sua ricerca negli ultimi decenni e che diventa una riflessione sullo spazio, sull’armonia e sulla serenità come suprema e assoluta identificazione dell’Uomo con l’Assoluto. Durante l’inaugurazione l’attore Agostino Zumbo ha letto alcuni versi di Montale, poeta al quale Guccione era profondamente legato.
Di grande effetto l’allestimento – minimalista ed essenziale – che al piano terra introduce alla mostra con una sala video e la proiezione dell’intervista del 2009 a cura di Vincenzo Cascone; mentre una teca raccoglie lettere originali e foto d’epoca in bianco e nero che documentano gli intensi rapporti di amicizia fra Guccione e due grandi intellettuali del Novecento, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. Mentre al primo piano la mostra si snoda lungo tre ambienti e culmina con quella “Sala dei Mari”, una immersione silenziosa nella quiete degli azzurri di Guccione, armoniosamente scanditi alle pareti, tra piccole onde all’orizzonte e mormorii di risacche a riva che hanno commosso tutti, a cominciare dalla figlia Paola.
La mostra “PIERO GUCCIONE. Dolore e meraviglia” è un progetto della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, guidata dall’architetto Donatella Aprile, finanziato dall’Assessorato dei Beni Culturali – Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana e realizzato in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione e con il Comune di Linguaglossa. L’allestimento è stato curato da Giuseppe Lo Magno Artecontemporanea su progetto di Rocciamadre Architettura.
NOTIZIE SULLA MOSTRA
Ventiquattro le opere a Linguaglossa. Il titolo è ispirato ad una citazione di Aristotele che il pittore fa sua, come riflessione e denuncia, per ricordare come “il dolore e la meraviglia” siano alla base della Filosofia ma anche della Pittura.
Guccione è stato definito il più “leopardiano” fra gli artisti del Novecento per gli echi di solitudine e di infinito che evocano le sue opere – dove l’abisso del mare trascolora nell’immensità del cielo. E a scorrere le opere di questa esposizione di Linguaglossa, tutto sembra accostarlo al poeta di Recanati, alla sua vibrante e commossa percezione della bellezza – e del dolore, quando questa meraviglie è violata dall’Uomo – del Creato. Che in Sicilia si declina in tenui azzurri di cieli e mari, nel giallo vivo di campi di grano e frondosi carrubi, nelle lune solitarie – anche qui – appese al margine di una tela, sospese tra la malinconia di un vespro e un misteriosa alba sulla spiaggia. Un paesaggio, quello che Guccione trasferisce sulla tela, cui non è estranea neanche l’Etna, la “muntagna”, che il maestro rievoca in un pastello su carta del 1995 con il suo cocuzzolo innevato e visibile, nel nitore di certe mattine invernali, anche a chilometri di distanza dall’altopiano della campagna iblea.
Completano la mostra, oltre a una intervista video del 2009 a cura di Vincenzo Cascone, anche una sezione documentale – a cura dell’Archivio Piero Guccione – tra i documenti una toccante lettera autografa – dattiloscritta e piena di ritocchi e minuziose correzioni – di Gesualdo Bufalino indirizzata all’amico Piero, del quale era profondo estimatore. In una lettera del maggio 1995 – Bufalino sarebbe scomparso in un tragico incidente l’anno dopo – lo scrittore di Comiso dice: “Questo mi pare il senso della tua arte, che unisce insieme la pietà per un mondo offeso dall’uomo e una sete insaziabile d’innocenza”. Alla mostra – il cui progetto di allestimento è curato da Rocciamadre Architettura – è dedicato un catalogo, in lavorazione, con una raccolta di saggi antologici e un intervento del critico d’arte Anthony Molino che sarà presentato nelle prossime settimane.
Adiacente alla mostra e l’esposizione permanente di Salvatore Incorpora, con una selezione di sculture e tele dell’artista di Linguaglossa. Visite tutti i giorni, dalle 9.30 alle 18. Ingresso gratuito. INFO: Comune di Linguaglossa tel. 095643677 e 376 0343472; Soprintendenza BBCC Catania tel. 096 7472229.