“Sicilia Terra di Approdi: I Gagini di Bissone”. Ad Acireale la mostra conclusiva
Endemico: ad Agrigento la mostra di Andrea Di Marco, a due anni dalla morte
Un giovane artista morto anzitempo, che ha lasciato un segno nella storia culturale della sua terra: la Sicilia. Due ani fa moriva, a Palermo, Andrea Di Marco, pittore del realismo colpito, in maniera inaspettata, da choc anafilattico. Di Marco era stato, insieme a Fulvio Di Piazza, Alessandro Bazan e Francesco De Grandi, uno degli artisti più apprezzati, stimati e più “intriganti” della Sicilia ed aveva dato vita, insieme a loro, alla cosidetta “Scuola di Palermo”.
Sabato 28 marzo, si inaugura ad Agrigento, alle “Fabbriche Chiaramontane”, “Endemico” , la prima mostra allestita dopo la sua scomparsa, omaggio ad un artista mai sufficientemente apprezzato. Aveva fatto dell’Ape, dell’Ape Piaggio, mezzo povero a tre ruote, uno dei simboli della sua arte. I curatori della mostra sono Alessandro Pinto e Alberto Zanchetta: hanno scelto trenta opere ed hanno allestito la mostra che aprirà i battenti sabato prossimo.
“Nelle tele di Andrea Di Marco – si legge nella presentazione – non c’è la Sicilia delle antiche tradizioni popolari, delle ritualità, della vibrante e contagiosa socialità che si respira nei vicoli delle sue nobili e affascinanti città. Eppure ogni inquadratura, ogni scorcio, è inequivocabilmente e magnificamente siciliano: lo sono i frammenti urbani di struggente malinconia, gli anonimi brandelli di periferie, spesso sospesi nella caligine di interminabili estati mediterranee. Stazioni di servizio, parcheggi e cortili elevati ad aree di scavo da cui emergono lacerti di commosse archeologie contemporanee.
L’Uomo non compare mai nelle opere di Di Marco. Ma la sua è un’assenza simulata, fittizia, perché si manifesta nel pietoso imbarazzo di oggetti spogliati della propria funzione: esauste pompe di benzina e scheletrici banchetti di ambulanti, sedie e poltrone abbandonate sul marciapiede in attesa della discarica, ombrelloni ripiegati, saracinesche abbassate, roulotte e Ape Car posteggiati sul ciglio di strade deserte. Alla mostra, che ha il patrocinio del Comune di Agrigento, è dedicato un ampio catalogo (Silvana Editoriale) con i saggi critici dei curatori, Alessandro Pinto e Alberto Zanchetta, e un contributo del critico d’arte Helga Marsala”.